Vai al contenuto
Home » Blog » Come si naviga in caso di maltempo

Come si naviga in caso di maltempo

Navigazione in caso di maltempo
Navigare in mezzo alla tempesta: un errore pericoloso

La prima domanda che deve porsi un comandante quando arriva una cattiva condizione meteo è: cosa ho sbagliato?

Infatti, l’esperienza e la competenza di chi naviga si misura anche dalla sua capacità di prevenire il maltempo e le condizioni meteo che possono mettere a repentaglio l’unità e a volte anche l’equipaggio.

Detto ciò, può capitare una cattiva condizione meteo, quindi oltre alla prevenzione che si realizza con le competenze di carteggio e meteorologia, è opportuno sapere anche che equipaggiamento avere a disposizione in caso di maltempo.

Definizioni utili

Mascone

Ricordiamo che i masconi sono le murate di uno scafo a dritta e a prua, e navigare al mascone significa presentare il mascone alla forza delle onde. In tal modo viene lasciata una remora in grado di smorzare le onde sulla fiancata rimasta sopra vento.

Navigare alla cappa

Navigare con grande scarroccio e a velocità ridotta, cosa che negli antichi velieri era utile per produrre una remora e attutire la violenza dei marosi.

Oggi le imbarcazioni sono dotate di un buon piano di deriva, e la remora è molto inferiore.

Remora

[immagine 50a]

Zona di mare dalla superficie spianata che si manifesta sopravento a una nave o imbarcazione traversata che scarroccia senza essere animata da moto in avanti.

Navigare con il maltempo: l’equipaggiamento

Quando si pianifica la navigazione vengono assegnati ai membri dell’equipaggio dei ruoli ben specifici, che tornano utili in caso di maltempo. Ad esempio almeno una persona sa utilizzare il VHF e ricavare il punto nave sul GPS. Un’altra persona ad esempio può essere incaricata delle cinture di sicurezza e della distribuzione. 

Ogni membro dell’equipaggio, inoltre, dovrebbe aver provato il proprio giubbotto di salvataggio in anticipo, regolando le cinghie ed etichettandolo con il proprio nome.

Bisogna assicurare anche le ancore e preparare gli imbraghi, le jackline e le lifeline per chi rimane alle manovre.

Dopo questa distribuzione di ruoli, si passa ad assicurare tutti gli oggetti presenti a bordo, che in caso di maltempo non devono risultare troppo sballottati e quindi pericolosi per l’equipaggio, per l’unità o perché possono rompersi.

Dopodiché bisogna chiudere tutti gli osteriggi, il tambuccio e i boccaporti e chiudere tutte le prese a mare, lasciando aperta solo quella dell’impianto di raffreddamento del motore. Il timoniere deve indossare il giubbotto di salvataggio e assicurarsi al ponte di coperta soprattutto se sta navigando da solo.

Quando arriva il maltempo

Ricordiamo che la stabilità di una barca a motore è diversa e di solito inferiore rispetto a quella di una barca a vela e bisogna considerarlo quando si vaglia una strategia per sfuggire ai danni del maltempo. 

Se il maltempo è arrivato tutto d’un colpo è probabile che si tratta di un temporale e se ne vada rapidamente quanto rapidamente è arrivato. In tal caso non ha molto senso andare a cercare rifugio in porto o sulla costa.

In ogni caso, la prima cosa da fare in caso di forte maltempo è indossare il giubbotto di salvataggio e farlo indossare all’equipaggio. 

Poi si valuta la direzione delle onde e del vento. 

Dopo aver capito la direzione di provenienza delle onde e del vento bisogna capire l’imboccatura del porto, se è vicino, oltre che gli eventuali eventi di traversie descritti anche nel portolano. È importante capire se ci si trova sopravento o sottovento rispetto al porto, e se ci sono frangenti o mare incrociato. Infine, bisogna essere certi che il canale di ingresso abbia un accesso sicuro. 

A volte non è il caso di tornare in porto e si può valutare di recarsi verso il largo.

Altra dritta: se il vento arriva dalla costa, andando verso terra il moto ondoso sarà minore. 

Come condurre l’imbarcazione in caso di maltempo

Mare grosso al mascone 

Il modo migliore per affrontare le onde è al mascone, soprattutto quando si ha in mano una barca a motore. Questa navigazione permette di governare in sicurezza fendendo le onde a 45° rispetto all’asse longitudinale dello scafo. Per evitare che la forza dell’onda faccia scadere la prua o la poppa sottovento, bisogna manovrare sempre in modo da anticipare la forza dell’onda.

Ci si può anche mettere alla cappa, sempre tenendo il mare grosso al mascone, con motore a un regime in grado di consentire un leggero scarroccio. 

Mare grosso al traverso

Questa costituisce la soluzione peggiore perché la barca è sottoposta a un grande rollio e può rovesciarsi. In alcuni casi però non si può fare altrimenti.

Mare grosso di poppa 

Questa situazione è pericolosa per le unità a motore ed è difficile anche per le unità a vela, che comunque sono più stabili. La barca sotto l’effetto della forza dell’onda viene spinta ed è probabile che l’elica e il timone escano momentaneamente dall’acqua. Un’altra situazione rischiosa si verifica quando la barca è sulla cresta dell’onda. Scendere significa prendere velocità e rischiare il traversamento al mare e il ribaltamento.

Se proprio il mare di poppa è l’unica soluzione percorribile, allora è il caso di provare a prevenire i rischi controbilanciando l’equilibrio dell’unità.

Insomma, bisogna tentare di tenere la poppa bassa, anche perché bisogna evitare che l’elica esca dall’acqua, cosa che renderebbe l’unità ingovernabile. Quindi, bisogna filare l’ancora galleggiante da poppa, alzare i flaps ed evitare in ogni modo l’intraversamento.

Mare grosso di prua 

Non conviene fendere direttamente le onde di prua. Infatti, con il mare grosso di prua lo scafo è sottoposto a grandi sollecitazioni e il timone presenta delle grosse difficoltà di manovra. All’opposto del caso precedente, conviene abbassare i flaps.

Quasi sicuramente la barca verrà investita dalle onde che andranno a frangersi sul ponte di coperta, e la velocità di navigazione sarà molto ridotta.

Conviene navigare con mare grosso di prua solo quando il motore è in avaria.

Si procede alla cappa, con l’ancora galleggiante filata da prora.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *