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Il vento in meteorologia

Il vento in meteorologia

Quando grandi masse d’aria con differente temperatura e pressione, si spostano orizzontalmente per lunghe distanze, parliamo di vento sinottico. 

Per i naviganti è fondamentale conoscere le caratteristiche del vento dal punto di vista meteorologico, dato che si tratta di un elemento con cui avrete molto spesso a che fare!

Quindi, vediamo più da vicino questo elemento atmosferico così comune nelle nostre vite quotidiane.

La direzione del vento

La direzione è la prima caratteristica del vento, che si accompagna a struttura e intensità.

La direzione di provenienza del vento si trova grazie a uno specifico strumento, noto come anemoscopio. Il vento nell’emisfero Nord si muove uscendo con moto orario dall’area di maggiore pressione (zona anticiclonica), verso l’area contigua con minore pressione (zona ciclonica) entrando con moto antiorario.

Questo movimento del vento è dato dalla forza di rotazione terrestre, forza di Coriolis, della forza d’attrito e del gradiente barico orizzontale.

Questo spostamento non avviene in modo diretto per via della risultante delle forze sopracitate; perciò l’aria nell’emisfero Nord devia verso destra fino a formare con le isobare un angolo tra i 20° e 60°; nell’emisfero Sud il movimento si inverte.

La legge di Buys Ballot

Volgendo la faccia al vento e immaginando che provenga da ore 12, a ore 10 (numero maggiore) si trova la zona di alta pressione, a ore 04 (numero minore) si trova la zona di bassa pressione.

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Intensità

Il secondo elemento da tenere in considerazione quando si parla di vento è l’intensità.

L’intensità o gradiente barico orizzontale è collegata a doppio filo alla forza del vento. Qui si parla di GBO (acronimo di Gradiente Barico Orizzontale), rapporto tra la differenza di pressione tra due isobare adiacenti, 4 hPa, e la loro distanza, espressa in Moduli Barici Orizzontali, MBO = 60 miglia) misurata perpendicolarmente alle isobare dalla più bassa alla più alta. Di norma, maggiore è il gradiente barico, maggiore è la forza del vento (l’intensità). Quindi, più le isobare sono vicine, maggiore è la forza del vento.

La formula è:

Vento di gradiente – GB = 4 hPa / DISTANZA.

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L’intensità del vento si misura con l’anemometro e i valori vengono rappresentati dalla scala

Beaufort in nodi o km/h. La velocità del vento può variare anche in funzione della latitudine.

Scala Beaufort

Scala BeaufortVelocità del vento (km/h)Effetti sul mareEffetti sulla terraTermine descrittivo
0<1CalmoCalmaCalma
11-5Specchio d’acqua tranquilloFumo che si alza verticalmenteBava di vento
26-11Onde piccoleDirezione del vento evidente sulla superficie dell’acquaBrezza leggera
312-19Onde di altezza moderata, iniziano a frangersiMovimenti di foglie e rami sottili Brezza tesa
420-28Onde alte, schiuma sulle cresteAlberi in movimentoVento moderato
529-38Onde molto alte, mare mossoDifficoltà a camminare controventoVento teso
639-49Onde molto alte, creste bianche, mare grossoSi muovono i rami grandiVento fresco
750-61Onde molto alte, creste bianche, mare molto grossoGli alberi si sfogliano, vi è difficoltà a camminareVento forte
862-74Mare molto agitato, creste che si infrangonoAlberi sradicati, danni alle costruzioniBurrasca
975-88Mare tempestoso, onde gigantescheDanneggiamento diffuso delle costruzioni, difficoltà a rimanere in piediBurrasca forte
1089-102Mare tempestoso, onde gigantescheGravi danni alle costruzioni, difficoltà a muoversiTempesta
11103-117Mare tempestoso, onde gigantescheGravi danni alle costruzioni, trasporti e infrastrutture gravemente compromessiFortunale
12>118Mare al massimo della sua potenzaGravi danni alle costruzioni, trasporti e infrastrutture completamente compromessi
Uragano

Struttura del vento

Il terzo elemento da tenere in considerazione quando si parla di vento è la sua struttura.

Ve ne sono di tre tipi:

1) Vento teso: direzione media e velocità media del vento rimangono costanti;

2) Vento a raffiche: direzione costante e velocità variabile con improvvisi picchi, + 10 nd;

3) Groppo di vento: direzione media e velocità media variano repentinamente. Un esempio sono i temporali.

Venti particolari

Alisei

Gli alisei sono venti costanti e regolari che soffiano tra il Tropico del Cancro, con direzione Nord-Est e una media di 10 nodi di intensità, e il Tropico del Capricorno, con una direzione Sud-Est più debole e meno stabile. Sono assenti nella fascia equatoriale e sono influenzati dalla rotazione terrestre, in particolare dalla forza di Coriolis. In quota si incontrano con i contralisei, venti che soffiano in direzione contraria e che hanno un’importanza rilevante nella circolazione planetaria, poiché riequilibrano termicamente le zone calde e fredde.

Monsoni

I monsoni sono venti stagionali che si verificano nel Sud-Est asiatico, nel Mare della Cina e nell’Oceano Indiano. Sono generati dalle diverse temperature tra oceano e continente. In estate soffia il monsone umido da Sud-Ovest, proveniente dall’Oceano Indiano e portatore di precipitazioni importanti. In inverno soffia invece il monsone asciutto da Nord-Est, che proviene dalla terraferma e va verso l’oceano.

Stau

Lo Stau è il vento che viene “bloccato” da un ostacolo orografico e costretto a salire di quota lungo il versante sopravento. Ciò provoca un raffreddamento forzato e una conseguente formazione estesa di nubi, con tempo perturbato e pioggia.

Foehn (o Fohn)

Il Foehn, o Fohn, è un vento caldo che scende dalle alte quote e scorre velocemente e violentemente lungo il versante sottovento di un ostacolo orografico dopo aver subito lo Stau.

Nomi dei venti

Da tempo antico, in Mediterraneo, ai venti è stato dato un nome in relazione alla zona di provenienza da un immaginario osservatore posizionato tra il Mare lonio e il Mar Egeo. Ancora oggi i venti mantengono i nomi secondo quei punti cardinali di provenienza in qualsiasi zona del Mediterraneo ci si trovi.

Quindi, immaginiamo di avere una rosa dei venti posizionata nel punto geografico indicato. 

Nel primo quadrante abbiamo la Tramontana dai monti, il Grecale dalla Grecia, Il Levante da Est. 

Nel secondo Quadrante il Levante, lo Scirocco dall Siria, l’Austro detto anche Mezzogiorno o Ostro da Sud. 

Nel terzo Quadrante l’Austro, il Libeccio dalla Libia, il Ponente da Ovest. 

Nel quarto Quadrante il Ponente da Ovest, il Maestrale da Roma magister, e si torna alla Tramontana dai monti.

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Venti di traversia

I portolani spesso riportano l’eventuale presenza di venti di traversia. Ad esempio, quando in un porto viene rilevata la presenza di venti di traversia provenienti dal secondo quadrante significa che il porto non è protetto dai venti di Levante, Scirocco e Ostro.

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