Le nostre aspettative verso gli yacht sono notevolmente aumentate nel corso degli anni. Se negli anni ‘50-’60 quando si parlava di design di una barca bastava pensare alla buona tenuta di mare, adesso si tende ad aguzzare la vista anche su dettagli come la comodità, gli interni, la luce, oltre che ovviamente le prestazioni competitive. Conoscere i tipi di chiglia diventa quindi fondamentale per capire che comportamento avrà la barca una volta calata all’avventura sulle onde.
Vediamo i fattori che influiscono sulla forma della chiglia, e come considerarli quando si entra nell’ordine di idee di acquistare una barca.
La forma dello scafo
Chi veleggia sa che dovrà fare qualche compromesso di comfort rispetto a una casa in muratura… però c’è differenza tra fare un mese al freddo, in balia del rumore del motore e sballottati dal mare, e invece una buona barca, con cucinotto e cabina confortevole!
La forma dello scafo è fondamentale in relazione al tipo di navigazione che si immagina.
Ad esempio, le regole delle regate internazionali a partire dagli anni ‘70 hanno influenzato notevolmente la progettazione degli yacht, in particolare per quanto riguarda la forma dello scafo.
In sostanza, mantenendo la lunghezza al galleggiamento statica a un livello minimo, lo scafo veniva progettato in modo da compensare le prestazioni. L’effetto visivo di questi scafi è estremamente riconoscibile: sono tutti in genere dotati di mezzerie larghe e sporgenze evidenti a prua e a poppa.
Le prestazioni erano ottime, il livello di comodità meno. Il ponte di prua era solitamente piccolo, il mare mosso impediva quasi di stare in piedi, e i ponti laterali scomparivano quando si raggiungeva la mastra del pozzetto.
Da allora gli yacht da crociera sono diventati sempre più larghi e oggi la maggior parte di essi mantiene praticamente il baglio massimo (larghezza massima dello scafo) da metà nave allo specchio di poppa. Anche la forma dello scafo nella sezione sommersa è diventata in media sempre più larga e piatta. Queste caratteristiche a loro volta possono portare a sbattere contro le onde quando si naviga con molta bolina, e il timone dello yacht è portato a sollevarsi fuori dall’acqua quando è sbandato.
Inoltre, una poppa larga e piatta permette alle piccole onde di sbattere fastidiosamente contro lo scafo quando si è ancorati, il che, lo sappiamo, fa dormire male la notte.
Un’altra caratteristica progettuale che influisce in modo significativo sulla velocità in acqua di uno yacht è la quantità di scafo al di sotto della linea di galleggiamento: maggiore è la superficie sott’acqua, maggiore è la stabilità della barca, intesa come resistenza agli scossoni del mare.
Queste informazioni sulla forma dello scafo sono fondamentali per capire i diversi tipi di chiglia e per capire come una forma o l’altra possono influenzare la tua navigazione.
I tipi di chiglia
Quasi tutti gli yacht da crociera oggi hanno una chiglia a pinna, ovvero una vena più profonda nella sezione prodiera dello scafo. Questa può attenuare o addirittura eliminare gli sbandamenti di bolina, il che aumenta considerevolmente la stabilità di rotta.
In generale, quando un cliente mi chiede su cosa deve orientare la propria scelta di design della barca, inizio a fare considerazioni sul tipo di chiglia.
È infatti il tipo di chiglia a influenzare di più il tipo di yacht che si sceglie, e queste sono tutte caratteristiche che partono inevitabilmente dal tipo di navigazione scelta.
Vediamole più in dettaglio.
1) Barca a chiglia lunga
Uno yacht viene definito a chiglia lunga quando la chiglia è parte integrante dello scafo. Una barca a chiglia lunga di solito inizia a poco più di un terzo della lunghezza dello scafo e prosegue verso poppa fino a congiungersi con il timone, “incapsulando” di fatto l’elica allo stesso tempo. Uno scafo di questo tipo garantisce una navigazione confortevole anche nelle acque più mosse, e limita lo slittamento in direzione opposta rispetto a quella del vento (leeway).
Tuttavia, se pensi di usare la tua barca solo per alcuni giorni sparsi, pensa alla difficoltà di ormeggiare e di gestire le maree incrociate, tipica degli scafi a chiglia lunga. Diciamo che anche qui, di nuovo, tutto dipende dall’esperienza che ti aspetti di fare. Per una crociera oceanica, la chiglia lunga è perfetta!
2) Barca con chiglia a pinna trapezoidale
Un bel giorno i progettisti di yacht si sono resi conto che, tagliando il piede anteriore di una chiglia a tutta lunghezza, si eliminava una parte della resistenza dello scafo alle virate, riducendo solo leggermente la sua capacità di rimanere in rotta. In questo modo lo yacht diventava molto più veloce e pronto, quando c’era da virare. La riduzione della superficie bagnata tipica della chiglia a pinna trapezoidale riduceva anche la resistenza dello scafo nell’acqua, aumentando la velocità in navigazione. Il bilanciamento è da fare osservando la capacità della barca con chiglia a pinna di navigare in linea retta: più si accorcia, più è possibile che la barca fatichi a navigare dritta.
Per ovviare al nuovo problema di queste chiglie ultra corte, la zavorra effettiva doveva essere spostata più in basso, cioè la chiglia doveva essere più profonda, per creare un contrappeso sufficiente all’effetto sbandante del vento sulle vele. Con una chiglia a tutta lunghezza, la zavorra era spesso solo una striscia di ghisa relativamente bassa lungo il fondo della chiglia stessa. Ma ridurre la lunghezza della chiglia mantenendo la stessa quantità di zavorra significava che doveva essere una chiglia interamente in ferro, oppure che la zavorra doveva essere concentrata nella parte inferiore della chiglia, creando un rigonfiamento.
3) Barca con chiglia a T
Nella chiglia a “T” la maggior parte della zavorra dello yacht è concentrata in un bulbo a forma di siluro ai piedi della chiglia, mentre il resto della chiglia è corto e sottile. Questo rende l’imbarcazione molto facile da manovrare sia a motore che a vela, poiché la chiglia offre una resistenza laterale minima, e mantiene la zavorra il più in basso possibile sotto lo scafo.
Mentre ai tempi dei progetti a chiglia lunga la zavorra era spesso vicina alla metà del dislocamento effettivo dello yacht, in un moderno cruiser con chiglia a pinna rigonfiabile questo rapporto può essere ridotto a circa il 30% a causa dell’effetto leva e del peso di appoggio aggiuntivi dovuti a una zavorra così profonda, soprattutto se la zavorra è fatta di piombo.
4) Chiglie a L
Molto comune nelle barche da crociera moderne, la chiglia a L è nota anche come chiglia “a scarpone” e si contraddistingue per la sua forma, per l’appunto a “L”. Ha un baricentro più alto rispetto alla chiglia a T ed è più resistente agli urti. Ideale per le zone in cui è richiesto un basso pescaggio, è molto comune anche sulle barche sportive oggi sul mercato.
5) Chiglia ad ala
L’idea originale della chiglia ad ala era quella di fornire a una barca a basso pescaggio la capacità di navigare di bolina grazie all’idrodinamica di una chiglia a pinna profonda. Molto semplicemente, le chiglie alate prevedono alla punta finale della pinna una lamina orizzontale. Arrivano alla fine degli anni ’80 e ne abbiamo alcuni esempi molto performanti negli yacht Starlight di Sadler e la gamma First di Beneteau.
6) Chiglia a bulbo
La chiglia a bulbo non è altro che una chiglia a pinna corredata dalla zavorra di un bulbo finale, che serve a controbilanciarla abbassando il centro di gravità della chiglia, diminuendone il peso complessivo e aumentandone di conseguenza la stabilità.
7) Chiglia a pala
Le chiglie a pala o gli yacht con chiglia a pala, come vengono più comunemente chiamati, divennero popolari tra i velisti che navigavano regolarmente in acque poco profonde.
Sebbene l’assenza di pescaggio abbia un effetto leggermente negativo sulla capacità dello yacht di puntare (navigare vicino al vento), la rigidità o la stabilità dello yacht sotto vela non ne risentono eccessivamente, poiché la lunghezza (a prua e a poppa) della chiglia viene estesa per aggiungere un po’ più di zavorra per compensare la mancanza di profondità e di zavorra.
8) Yacht con chiglia gemella
Gli yacht con chiglia gemella presentano diversi vantaggi evidenti rispetto a quelli con chiglia a una sola pinna, ma anche alcuni svantaggi. Tra i vantaggi annoveriamo la maggior superficie esposta: la quantità di zavorra necessaria per ogni chiglia gemella è circa la metà di quella di una chiglia singola. Ne risultano due chiglie meno profonde e ognuna di esse può adeguarsi a un pescaggio inferiore.
Inoltre, lo scarroccio è proporzionale alla superficie della chiglia che viene presentata all’acqua. Ora, si potrebbe pensare che due chiglie abbiano un’area maggiore di resistenza, ma non è così: fornisce effettivamente resistenza alla deviazione sotto vela solo la chiglia sottovento.
Quindi, avere due chiglie molto più piccole invece di una grande permette di aumentare l’angolo di deviazione – fino a oltre 10 gradi in più.
Un altro grandissimo vantaggio della barca con un design a doppia chiglia è quello di appoggiarsi a terra in modo verticale e sicuro senza bisogno di sostegni.
9) Chiglie retrattili
Note anche come centerboard, le chiglie retrattili sono leggermente più versatili delle chiglie fisse, con una serie di vantaggi che si differenziano a seconda che il tipo di chiglia sia sollevabile o basculante.
Sollevabile
Immagina il vantaggio di poter sollevare la chiglia in caso di avvicinamento all’acqua bassa: è il caso della chiglia retrattile sollevabile. Note anche come dagger board quando sono montate su gommoni, le chiglie retrattili sono di solito presenti sulle derive e sulle barche a vela con rimorchio.
Se si tratta di chiglie sollevabili, di solito si avvalgono per il sollevamento di un argano meccanico e da uno stroppo in una scatola sigillata. Fino a qualche decennio fa bisognava lavorare di olio di gomito per sollevare a mano, mentre oggi l’attrezzatura di sollevamento viene portata su attraverso la coperta e su un argano halvard o affini.
In realtà, benché questa sia forse la chiglia più conosciuta, è solo un tipo di chiglia retrattile – l’altra è quella basculante.
Basculante o a tavola centrale
La chiglia retrattile basculante, anche nota come tavola centrale, è incernierata sul bordo d’entrata e si solleva tramite una cima fissata lungo il bordo d’uscita della tavola.
Il vantaggio di una chiglia sollevabile rispetto alla chiglia basculante è che in caso di urto del fondale la chiglia centrale riesce a rimbalzare senza causare danni alla barca, e non si incaglia come farebbe una chiglia basculante – o una chiglia fissa. Ci sono poi delle vie di mezzo, ovvero delle chiglie basculanti in grado di ritirarsi e ridurre il pescaggio senza andare a “disturbare” lo spazio dell’abitacolo. Quest’ultima può essere una buona soluzione, che soprattutto agevola il caricamento sul rimorchio.
Ricordo che i timoni possono essere un problema per gli yacht a chiglia retrattile, in quanto devono essere abbastanza lunghi da non danneggiarsi quando la barca prende terra, ma abbastanza lunghi da mantenere la presa sull’acqua.
Le considerazioni più tecniche da fare sarebbero tante. Spero comunque di averti dato un’infarinatura sufficiente a capire anche a grandi linee di cosa si sta parlando quando si parla di chiglia, in modo da arrivare all’acquisto di una barca con una certa preparazione di base!