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La natura delle onde, delle maree e delle correnti 

Come si formano le onde

Navigare sicuri e informati significa anche riconoscere l’origine e la natura delle onde, delle maree e delle correnti. Vediamo nel dettaglio ognuno di questi tre fenomeni, a partire dalla loro formazione per arrivare alla stima della loro portata e del loro effetto sulla navigazione. 

Le onde 

Quando il vento increspa la superficie del mare, si creano le onde. Quando si forma l’onda, l’acqua si muove verticalmente sul posto con movimenti oscillatori, a loro volta generati dalla pressione del vento sull’acqua. Generalmente le onde si propagano nella direzione del vento che le ha generate. 

I tipi di mare in base alle onde

  • MARE VIVO: Quando l’onda è generata da un vento che spira su vaste superfici di mare privo di ostacoli, allora si genera il mare vivo. Qui l’altezza delle onde aumenta con l’aumentare del fetch (se il vento viene dal mare, il moto ondoso aumenta anche verso terra). 

Fetch: distanza in miglia nautiche tra l’unità in navigazione e la costa sopravento, ovvero misurata nella direzione di provenienza del vento. Dal fetch, oltre che dall’intensità del vento e dalla sua durata, dipende l’altezza delle onde. 

  • MARE LUNGO: Nelle zone di mare circostanti a quelle dove le onde si propagano, e dove non c’è vento, il mare è lungo. 
  • MARE MORTO: Invece quando il vento cessa e le onde continuano a persistere per un certo tempo e poi si placano, lo stato del mare si definisce mare morto o vecchio. 

C’è un altro modo per classificare il mare in base alle onde, e dipende dall’altezza delle onde stesse (parliamo quindi di mare vivo).

Questa classificazione è convenzionalmente organizzata nella scala Douglas, che funziona come spiegato in questa tabella:

Stato del mareDescrizioneAltezza onde (metri)
0calmo0
1quasi mosso0-0,10
2poco mosso0,10-0,50
3mosso0,50-1,25
4molto mosso1,25-2,50
5agitato2,50-4
6molto agitato4-6
7grosso6-9
8molto grosso 9-14
9tempestoso>14

Le caratteristiche dell’onda

[immagine 56a]

  • Altezza: è lo spazio che intercorre tra la cresta dell’onda e l’incavo 
  • Lunghezza: è la distanza orizzontale tra due creste successive 

In sostanza, l’onda frange quando la profondità del fondo è inferiore al doppio dell’altezza dell’onda oppure quando il rapporto tra altezza e lunghezza dell’onda è maggiore di 1/7.

Se ciò accade, l’acqua sulla sommità dell’onda viene trasportata in avanti, e l’onda frange.

Le maree

La marea è il regolare e periodico oscillare del livello del mare dovuto all’azione d’attrazione gravitazionale di sole e luna e alla forza centrifuga provocata dalla rotazione terrestre. Possono influire sull’ampiezza della marea anche gli eventi atmosferici come il vento e la pressione atmosferica.

Ogni hPa in più oltre 1013 “abbassa” il livello di marea di 1cm, ogni hPa in meno rispetto a 1013 “alza” il livello di marea di 1cm (per la definizione di hPa può esserti utile leggere il nostro articolo su Temperatura, Pressione e Umidità). 

Per il Mediterraneo possiamo trovare le informazioni sulle maree nelle pubblicazioni dell’Istituto Idrografico della Marina. Ricordiamo che di norma sulle carte nautiche l’ampiezza delle maree viene indicata da “Z0”, cioè la media delle basse maree sizigiali, della zona e dei porti rappresentati in carta. 

Le maree generano le correnti di marea, che possiamo misurare vicino agli stretti e nei bassi fondali. 

Maree sigiziali 

In fase di luna nuova e luna piena si hanno le più alte tra le alte maree AM e le più basse tra le basse maree BM; il sole e la luna sommano le loro forze di attrazione gravitazionale in quanto allineati con la terra in congiunzione o in opposizione. 

Maree di quadratura

In fase di luna al primo quarto e all’ultimo quarto si hanno le più basse tra le alte maree AM e le più alte tra le basse maree BM. Sole e luna in quadratura si trovano ad angolo retto rispetto alla terra, le forze di attrazione gravitazionale non agiscono in maniera concorde. 

Nel Mediterraneo le maree sono di tipo semidiurno: nell’arco del giorno lunare (24h 50m) avvengono 2 AM e 2 BM con un flusso di circa 6 ore e 12 minuti e un deflusso per le successive 6 ore e 12 minuti circa. 

In più, sempre nel Mediterraneo, le maree hanno di norma un’ampiezza di pochi decimetri, a parte l’alto Adriatico a Ravenna e Trieste (ampiezza fino a 1,10 m) e Venezia. Invece nei ben più grandi oceani le maree sono di tipo diurno. 

Le correnti marine

Le correnti marine sono generate in acqua profonda e di norma in mare aperto. Possono dipendere dal gradiente barico, dalla deriva e dai venti, ma anche in buona misura dalla forza di rotazione terrestre. In sostanza, sono provocate dalla diversa distribuzione delle masse d’aria con differenti pressioni sulla superficie dell’acqua. Assumono importanza per gli effetti prodotti sulla navigazione soprattutto sotto costa e con la concomitante presenza di venti dal mare, che non permettono all’acqua di defluire verso l’alto mare; in questi casi si generano forti correnti parallele alla costa. Le correnti di deriva sono generate dalla presenza di venti costanti. Iniziano a formarsi in zone di fetch, debolmente dopo 6 ore e raggiungono velocità e direzione costanti almeno dopo 48 ore di vento. Le correnti di marea sono intense in oceano dove le maree possono raggiungere escursioni e velocità importanti (ad esempio, 12 metri di escursione ogni 6 ore in marea sizigiale a Mont St-Michel). Si verificano in acque relativamente basse e negli stretti. 

Per capire le correnti di marea dell’area in cui si naviga è opportuno consultare le Tavole di marea IIM. 

Le correnti nel mar Mediterraneo

Come già detto, nel mar Mediterraneo le correnti non sono di grande entità, e i venti non superano quasi mai i 2 nodi. Le correnti più forti sono generate dall’ingresso dell’acqua da Gibilterra. 

Dato che l’apporto delle acque fluviali e piovane non è sufficiente per mantenere il livello del mare e che l’irraggiamento del sole porta le acque a una costante evaporazione, esiste nel Mediterraneo anche una corrente entrante piuttosto forte. 

Questa si divide in tre rami: il primo scende nel canale di Sicilia ed entra nell’Egeo. Da lì si divide in due parti: una risale l’Adriatico e l’altra si perde a sud-ovest di Cipro. Invece il secondo entra nel canale di Sardegna e si divide in due, una parte ruota al centro del Tirreno, un’altra parte risale le coste tirreniche verso Nord per poi dirigersi sul Mar Ligure verso Ovest.

Il terzo ruota attorno alle Baleari e al Golfo del Leone in senso antiorario. 

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