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Le difficoltà del tenere la rotta

La difficoltà di tenere la rotta
Tenere la rotta: più complicato di quello che sembra

Quando si naviga esistono diversi ostacoli nel mantenere la rotta.

Infatti, è pressoché impossibile che si possa seguire la propria rotta esattamente per come la si è progettata: bisogna tenere in conto alcuni importanti fattori che la influenzano, come l banale carenza di carburante, o la deriva e lo scarroccio. È importante quindi oltre alla conoscenza teorica necessaria per programmare il viaggio, il carburante e la rotta, sapere anche cosa può ostacolare all’atto pratico la navigazione. Questo sarà l’argomento di questa guida.

La differenza tra rotta e prora 

Durante la navigazione può capitare di puntare la prora nella direzione corretta così come indicata dalla bussola, salvo poi ritrovarsi in un punto diverso da quello che si era immaginato. Ovviamente vanno considerati durante la navigazione anche l’effetto del vento e della corrente, che possono spostare l’orientamento della prora e possono addirittura portarvi su un’altra rotta

Quindi mentre idealmente la rotta è una linea tracciata sul fondo del mare, non è così semplice orientare correttamente la prua della barca. Insomma, non basta la bussola per capire se si è sulla giusta rotta, ma serve anche un GPS che consenta di capire in che posizione si è ed eventualmente aggiustare la rotta.

A questo punto dobbiamo introdurre il concetto di rotta vera: il percorso della nave rispetto al fondo del mare va da 0 a 360 gradi in senso orario a partire dal Nord vero.

L’angolo di rotta vera è quindi l’azimut che il percorso forma in ciascun punto con la direzione del Nord vero come indicato dal meridiano geografico.

La prora vera invece è la direzione della linea di chiglia, dell’asse longitudinale o direzione della prua della nave.

L’angolo di prora vera, come la rotta vera, si legge sulle rose dei venti in carta nautica in senso orario a partire dal nord vero indicato dal meridiano geografico.

Come trovare il corretto orientamento della prora?

Nella patente nautica senza alcun limite dalla costa bisogna imparare effettuare il calcolo vettoriale per ottenere il valore di orientamento della prora in modo da contrastare l’effetto del vento e della corrente. Invece per la patente nautica entro le 12 miglia non è necessario.

Introduciamo ora due concetti fondamentali per capire perché la prora vera e la rotta vera non sempre coincidono.

Deriva e scarroccio

La corrente e il vento possono sospingere un’imbarcazione alla deriva o allo scarroccio. Si parla di deriva quando la corrente agisce sull’opera viva tramite spostamenti orizzontali di masse d’acqua. Bisogna prestare particolare attenzione alla deriva, perché senza punti fissi di riferimento non la si nota. La corrente ha la particolarità di essere uguale per tutte le navi diverse per forma e dimensioni che vanno alla deriva, ovvero si spostano in una certa direzione con una certa velocità. 

Attenzione: tutte le imbarcazioni anche con diverso volume e peso derivano nella stessa direzione e alla stessa velocità.

Invece lo scarroccio è la diretta conseguenza dell’effetto del vento è quello di scarroccio. Il vento agisce sull’opera morta e sposta la barca in senso orizzontale. Chi ha una certa esperienza di navigazione riesce a distinguere lo scarroccio guardando la scia che parte dalla barca. Lo scarroccio agisce in modo diverso su imbarcazioni diverse, a seconda delle dimensioni dell’opera morta.

Calcolare l’angolo di deriva e di scarroccio

È importante imparare a calcolare l’angolo di deriva e di scarroccio, valutando quindi la deviazione ottenuta per mezzo di corrente e vento rispetto alla rotta vera.

Gli angoli di scarroccio e deriva possono essere a segno positivo o negativo a seconda che lo spostamento sia a dritta (positivo) o a sinistra (negativo) rispetto alla prora tenuta.

[immagine]

Il moto della nave subisce una variazione quanto a velocità ma non rispetto alla direzione di navigazione. 

Quando invece il vento e la corrente spingono in direzioni opposte l’uno all’altro, la prora e la rotta coincidono. Quando la corrente e il vento spingono in direzione opposta l’uno l’altro si parla di generazione di un’onda ripida.

Moto proprio, moto di superfice, moto effettivo

Quando si parla di tenere la rotta, bisogna prendere in considerazione anche i concetti di moto proprio, moto di superficie e moto effettivo. 

1) Moto proprio

Il moto proprio è generato dalla propulsione delle eliche e dei propulsori in una situazione priva di corrente e di vento.

In questo caso si controlla facilmente la velocità prodotta (detta anche velocità propria) utilizzando un semplice solcometro. 

L’orientamento della rotta navigata corrisponde nel moto proprio all’orientamento della prora.

Concetti da conoscere

  • prora vera
  • velocità propria

2) Moto di superficie

Il moto di superficie invece è generato dalle azioni combinate di eliche, propulsori e vento. La velocità effettiva dell’imbarcazione è ovviamente diversa dalla velocità prodotta, e varia a seconda della direzione del vento, che rallenta o accelera l’imbarcazione.

Concetti da conoscere

  • rotta di superficie
  • velocità di superficie (o velocità effettiva)

3) Moto effettivo

Infine abbiamo il moto effettivo, generato dalle eliche, dai propulsori, dal vento e dalla corrente (a differenza del moto di superficie, che considera solo il vento).

Concetti da conoscere

  • rotta vera 
  • velocità effettiva 

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