L’osmosi è probabilmente una delle principali anomalie che preoccupano l’acquirente di un’imbarcazione in fibra di vetro.
Va subito detto che fortunatamente il fenomeno osmotico strutturalmente seppur di impatto ragguardevole, difficilmente porterà la barca nel breve volgere di qualche stagione ad essere insicura.
Sicuramente ne deprezzerà il valore ed altrettanto sicuramente porrà l’armatore nell’incertezza di avere uno scafo ammalorato.
Andando per gradi, descriverei il fenomeno osmotico utilizzando le parole di uno dei miei maestri ovvero uno dei pionieri della professione di perito nonché costruttore Navale, ovvero Sergio Boghi ” In questi ultimi anni ci si è accorti che la vetroresina non è un materiale perfetto come si pensava. L’osmosi è quel fenomeno per cui dell’acqua entra nel laminato formando delle sacche, che all’inizio sono limitate tra il gelcoat ed il primo strato di vetroresina e sono facilmente visibili dall’esterno, e più tardi si possono manifestare anche tra gli strati più interni causando la loro delaminazione con conseguente forte riduzione della resistenza meccanica dello scafo.
Queste sacche o bolle si presentano quando simultaneamente si formano tre condizioni:
Occorre che all’interno del laminato vi sia acqua che può avere svariate origini: scafo costruito in ambiente umido, materiali utilizzati come stuoie o mat umidi, eccesso di porosità dovuto a cattiva lavorazione degli strati esterni e del gelcoat.
Occorre che nella vetroresina vi siano delle sostanze solubili in acqua provenienti da cattiva polimerizzazione della resina poliestere o dalla resina stessa di scarsa qualità.
Occorre infine che all’interno della vetroresina vi siano degli spazi di aria lasciati vuoti dove l’acqua possa penetrare; scarsa impregnazione, scarsa adesione del gelcoat allo strato esterno.
Detto ciò quindi scopriamo che devono incastrarsi diversi difetti costruttivi e che ad esempio negli ultimi decenni i cantieri sono corsi ai ripari sia intervenendo sulla lavorazione sia migliorando i materiali.
E se comunque il vostro scafo avesse l’osmosi come si fa?
In primo luogo è fondamentale rivolgersi solo a professionisti sia per l’individuazione del problema sia per l’analisi della diffusione dello stesso. In secondo luogo scegliere il cantiere che potrà eseguire il ciclo antiosmotico garantendo che i materiali siano applicati al momento giusto e di prima qualità evitando quindi di ricadere nell’osmosi futura.
È più frequente di quanto pensiate trovare barche che palesano nuovamente osmosi anche peggiore della prima volta proprio per lavorazioni approssimative.