Diventati spesso il simbolo della navigazione in mare, i fari devono sottostare a delle regole molto precise. Sono fondamentali da conoscere per chi si appresta alla navigazione, in quanto aiutano durante la prima fase dell’atterraggio, ma anche più in generale perché costituiscono punti cospicui.
Punti cospicui: elementi naturali o artificiali (come in questo caso) visibili da distanza, che consentono di avere un riferimento visivo fisico durante la navigazione.
Come si trovano le informazioni sui fari?
Innanzitutto bisogna sapere che per avere descrizioni dettagliate di tutti i fari fanali e segnali sonori dei mari italiani e limitrofi si può consultare l’Elenco dei Fari e Segnali da Nebbia nelle edizioni IMM. È sufficiente cercare il nome della propria località di interesse e consultare le informazioni legate ai fari della zona (ad esempio fase, colore della luce, e altri elementi che vedremo di seguito).
Per chi sta preparando la patente nautica è consigliabile prendere questo manualetto e iniziare a impratichirsi con le 8 colonne, con le didascalie e con le abbreviazioni, in modo da ritrovarsi preparati per quando ci sarà la necessità di doversi informare su uno specifico punto della costa.
Cos’è un faro?
Il faro è un segnalamento luminoso che permette a chi proviene dal mare di vedere da distanza una costa o una località, di giorno ma specialmente di notte. Quando la visibilità è scarsa, ad esempio se c’è nebbia, il faro emette anche dei segnali acustici.
Si tratta di un punto fisso molto utile per l’orientamento in mare, perché spesso emette un fascio di luce che ruota a 360° o lampeggia, con una portata decisamente superiore rispetto a quella dei fanali.
Tipo di luce
A differenza dei fanali un faro dotato di luce bianca può essere visto fino alle 15 miglia.
Non esistono però solo i fari di luce bianca: a seconda del colore la luce può avere un significato diverso, e per conoscerlo è utile consultare la carta nautica o il libro-elenco che abbiamo citato poco sopra.
Sempre in questo manualetto, aggiornato ogni due anni, vengono indicati gli eventuali punti ciechi del faro, che possono essere voluti dal costruttore oppure essere generati da ostacoli naturali, come una scogliera, un centro abitato, o altro.
Attenzione: non vanno confusi il punto cieco del faro e l’eclissi, ovvero il lasso di tempo di oscurità, in cui il fascio di luce del faro si spegne. Ricordiamo che la segnalazione luminosa del faro prevede un intervallo di tempo ben preciso entro cui si ripetono i lampi di luce, alternati alle eclissi.
Tipi di luce
I fari variano la propria segnalazione luminosa innanzitutto in base alla fase. Indichiamo con il nome di “fase” la durata di ogni luce ed eclisse (e quindi con periodo intendiamo l’intervallo di tempo in cui vengono ripetute ciclicamente le fasi).
Qui di seguito riportiamo i diversi tipi di luce e i relativi simboli:
- fissa (F): luce continua dello stesso colore
- alternata (Alt o AI): luce di colori diversi
- ritmica: con luci a lampi e gruppi di lampi corti o lunghi o scintille costanti
- a lampi: Lam o FL sulle carte in inglese
- intermittente: Int o Oc. Tra parentesi dopo questi simboli viene indicato il numero delle eclissi.
- scintillante: Sc, Q sulle carte in inglese.
- ISO: in questo caso la luce e l’eclisse di uguale durata.
La portata di un faro
Come si evince dall’immagine, il concetto di portata di un faro si declina in 4 parti diverse.
1) Portata geografica
La portata geografica è la massima distanza dalla quale può essere avvistato un faro, e si calcola con questa formula:
D=2,04x(√h+√e)
Dove D è la distanza, h è l’altezza del faro sul livello del mare ed e è l’altezza dell’occhio dell’osservatore. 2,04 è un valore comodo per convertire i valori inseriti in metri in miglia. A questa formula va aggiunta la considerazione sulla marea. Dato che la portata geografica varia a seconda dell’altezza dell’osservatore, la marea innalza tale altezza ed è quindi necessario consultare le tavole di marea prima di fare qualsiasi altra valutazione in merito alla portata geografica.
2) Portata nominale
La portata nominale invece è la distanza da cui si osserva la luce di un faro con visibilità non inferiore a 10 miglia. Viene indicata di norma sulle carte nautiche francesi, italiane e maltesi, mentre sulle altre è indicata solo la successiva portata luminosa.
3) Portata luminosa
La portata luminosa e la distanza massima da cui può essere avvistato un faro. Dipende dalla potenza della luce, dal meteo e dalla sensibilità dell’occhio dell’osservatore. Con visibilità atmosferiche di 10 miglia la portata luminosa corrisponde alla portata nominale.
4) Bagliore
Il bagliore infine è un’aura luminosa visibile in cielo, sulle nuvole o sulla foschia, di solito anche prima dell’ avvistamento del faro stesso.