Stimare correttamente la navigazione è importantissimo per chi porta una barca, così come tracciare una rotta. Si tratta infatti di avere sotto controllo lo spazio e il tempo di navigazione, e quindi di saper pianificare il proprio viaggio in unità da diporto, breve o lungo che sia.
Gli strumenti per stimare la navigazione
È possibile stimare la navigazione tramite diversi strumenti. I primi sono le squadrette e le parallele, in grado di tracciare la rotta direttamente sulla carta nautica.
Abbiamo poi la bussola, che mantiene l’orientamento della prua della barca sulla rotta che abbiamo stabilito.
È importante anche conoscere l’orario di partenza e di arrivo per la stima della navigazione.
Il Punto nave stimato
Il Punto Nave Stimate o PNS è il calcolo dello spazio percorso a una data velocità per un determinato intervallo di tempo, quindi:
S = v * t
Conoscere il Punto nave stimato non basta per condurre una navigazione sicura perché non tiene conto degli effetti meteorologici e quindi dell’azione della corrente o di quella del vento. La posizione reale potrebbe discostarsi di molto rispetto alla posizione stimata.
Inoltre bisogna considerare l’errore di deviazione generato dagli oggetti metallici e magnetici presenti a bordo sulla direzione dell’ago della bussola.
Per questo è molto importante mantenere gli occhi aperti sui punti di riferimento che indicano l’eventuale scostamento rispetto alla rotta prestabilita – un’abilità che si raggiunge prevalentemente con l’esperienza.
Solcometro
Un altro strumento molto utile per stimare la navigazione è il solcometro, che misura le miglia percorse. Misura anche la velocità propria (VP), ovvero quella senza vento e senza corrente e quella effettiva, con vento ma senza corrente; nella pratica, indica la velocità dell’imbarcazione in nodi orari, e in presenza di vento indica la velocità effettiva (VE).
Tipi di solcometro
1) Solcometro a barchetta: anticamente il solcometro era costituito da un mulinello sul quale veniva arrotolata una sagola con all’estremità un pattino di legno zavorrato al punto da poter contrastare l’attrito dell’acqua. Sulla sagola venivano fatti dei nodi alla distanza di 15,43 m l’uno dall’altro. Per misurare la velocità dell’unità veniva immersa in acqua la barchetta. Filando la sagola, appena il primo nodo passava nella mano si girava una clessidra di 30 secondi e si contavano quanti nodi scorrevano in quello spazio di tempo.
Con questo strumento era possibile calcolare a quanti nodi “filava” l’imbarcazione, termine ancora oggi in uso. Questo solcometro non è più in uso oggi;
2) Solcometro a elica: tramite un contagiri misura i giri di una piccola elica fissata sotto lo scafo con la funzione di sensore. A seconda di quanto velocemente gira questa piccola elica vengono calcolati i nodi e le miglia percorse;
3) Solcometro a elica rimorchiata: in base al numero di giri contati nell’elica vengono ricavate la velocità e le miglia percorse. Questo è possibile perché di fatto si conosce il passo dell’elica;
4) Solcometro a pressione: misura la pressione dell’acqua sul tubo Pitot, un elemento fissato sotto lo scafo;
5) Solcometro digitale: calcola il tempo impiegato da un impulso emesso da un’unità emittente per raggiungere l’unità ricevente, per un totale calcolato in nodi. Il solcometro a effetto Doppler in determinate condizioni è anche in grado di indicare anche la velocità effettiva.